In presenza di lesioni cerebrali traumatiche, patologie vascolari, processi cerebrali degenerativi, patologie psichiatriche croniche o condizioni mediche generali, le abilità cognitive possono risultare compromesse, in modo più o meno grave. Tale condizione può manifestarsi sotto forma di alterazioni del comportamento, dell’emotività e dell’autonomia.

La valutazione neuropsicologica si rivela in questi casi come processo fondamentale per la produzione della diagnosi, attraverso la misurazione delle abilità cognitive come attenzione, memoria, percezione, linguaggio, funzioni. Ma oltre alla diagnosi, si rivela un valido strumento per l’impostazione di una terapia efficace.

La conoscenza pratica dei test neuropsicologici consente il loro impiego in molte situazioni cliniche e forensi:

• durante il setting, accanto ai test per lo studio della personalità, la valutazione delle capacità cognitive permette una ancor più profonda conoscenza del Soggetto, che favorisce la comprensione di alcuni suoi modelli comportamentali;
  
  
•  in ambito clinico, in tutte le sindromi e patologie che interessano il funzionamento delle capacità cognitive per una loro eventuale riabilitazione;
  
  
•  in ambito forense, come studio e valutazione di importanti deficit conseguenti a traumi fisici e psichici, intossicazioni, per l’invalidità civile e lavorativa.