Una ciclo di letture psicoanalitiche a cura di Dario Spanò con ospiti, ogni due mercoledì in diretta sul canale YouTube del Polo Psicodinamiche ore 21.00-22.00.
Puoi partecipare alla diretta anche collegandoti al seguente link:
La Vela Di Sigmund 

Un viaggio esplorativo tra le onde originarie delle teorie della psiche, guidati dalle intuizioni dei grandi pionieri della psicoanalisi.
Attraverso queste letture, Dario Spanò – curatore e ideatore della Vela di Sigmund con Irene Battaglini, nell’alveo di Polo Psicodinamiche insieme alla Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Interpersonale Umanistica “Erich Fromm”, vi invita a riscoprire le antiche mappe delle profondità dell’inconscio con lo stesso spirito di curiosità e scoperta che animava Freud, Ferenczi e Jung e molti altri analisti di cui parleremo nel corso della rubrica.
Il 12 giugno apre il primo ciclo del 2024.

N°7 - MERCOLEDÌ 2 OTTOBRE 2024

Lettura selezionata: Simboli della trasformazione – Il sacrificio di Carl Gustav Jung

Riferimenti bibliografici: Jung, C. G. (1912/1952). Simboli della trasformazione. Opere, vol. 5. Boringhieri, Torino, pp. 433-448.

Discussant: Francesco Pollastri

Sinossi: Nel capitolo “Il sacrificio” tratto dal volume Simboli della trasformazione, Carl Gustav Jung ci conduce in un viaggio attraverso uno dei gesti più antichi e potenti dell’umanità: il sacrificio. Non si tratta meramente di un’offerta rituale o di una rinuncia dolorosa, ma di un profondo movimento dell’Anima, connotato in senso archetipico. A partire dall’analisi delle fantasie di Miss Miller (una figura dell’Anima di Jung), percorrendo il sentiero del dramma dell’eroe azteco Chiwantopel (immagine personificata dell’Animus di Miss Miller), Jung rivela come il sacrificio – presente in modo trasversale in ogni tempo, cultura e religione – rappresenti un passaggio fondamentale per la trasformazione interiore. Costituisce l’abbandono di una parte di noi stessi, un atto necessario per crescere e trovare un senso più ampio da un punto di vista affettivo ed esistenziale. Mediante questo gesto simbolico, si rinuncia all’Ego, si attraversa uno spazio liminale e si entra in un nuovo territorio dell’Anima, dove le forze inconsce possono finalmente emergere e intrecciarsi con la coscienza. È un cammino verso l’individuazione e la totalità, un invito a scoprire chi siamo veramente, oltre le maschere e le illusioni che tendiamo a portare nella vita quotidiana.

Jung ci sussurra che solo attraverso questo sacrificio possiamo aprire le porte ad un’autentica metamorfosi, dove ogni ferita può diventare un’opportunità per scoprire la luce nascosta dentro di noi.

N°6 - MERCOLEDÌ 18 SETTEMBRE 2024

Lettura selezionata: Il motivo della scelta degli scrigni di Sigmund Freud

Riferimenti bibliografici: Freud, S. (1913). Il motivo della scelta degli scrigni. OSF, vol. 7. Boringhieri, Torino, pp. 205-220.

Discussant: Andrea Galgano

Sinossi: “Il motivo della scelta degli scrigni” è un breve saggio di Sigmund Freud, pubblicato nel 1913, in cui l’autore analizza un motivo ricorrente nella letteratura e nel mito: la scelta tra più scrigni, ciascuno con contenuti diversi e misteriosi. Freud esplora questo tema attraverso l’analisi del racconto “Il mercante di Venezia” di William Shakespeare, in cui la scelta degli scrigni gioca un ruolo centrale.

Freud interpreta la scelta degli scrigni come un simbolo delle decisioni cruciali nella vita umana, in cui il destino e il desiderio inconscio giocano un ruolo fondamentale. Egli sostiene che dietro l’apparente casualità della scelta si nasconde un processo psicologico complesso, influenzato da conflitti inconsci e dalle dinamiche familiari. Il saggio mette in evidenza come la psicologia del desiderio e del sacrificio sia riflessa in questo motivo letterario, in cui l’apparente scelta razionale è in realtà guidata da fattori profondamente radicati nell’inconscio.

Attraverso questo scritto, Freud approfondisce la sua teoria sui processi psichici che influenzano il comportamento umano, mostrando come la letteratura e il mito possano rivelare i meccanismi nascosti della mente.

N°5 - MERCOLEDÌ 4 SETTEMBRE 2024

Lettura selezionata: Il teatro del sogno – Il sogno di Irma: Irma e Freud di Salomon Resnik

Riferimenti bibliografici: Resnik, S. (1982/2002). Il teatro del sogno, 1982. Torino, Boringhieri, pp. 146-159

Discussant: Michele Abbati

Sinossi: “Il sogno di Irma: Irma e Freud” è un capitolo tratto da Il teatro del sogno di Salomon Resnik, in cui l’autore esplora uno dei sogni più celebri di Sigmund Freud, noto come il “sogno dell’iniezione a Irma”. Resnik analizza questo sogno non solo come un elemento centrale per la nascita della psicoanalisi, ma anche come un dramma intrapsichico in cui si intrecciano desideri, paure e conflitti di Freud stesso.

Nel capitolo, l’autore interpreta il sogno di Freud come una rappresentazione teatrale in cui ogni personaggio e dettaglio riflette un aspetto della psiche di Freud. Irma, la paziente, diventa un simbolo delle tensioni tra Freud e i suoi colleghi, nonché delle sue preoccupazioni personali riguardo alla propria pratica medica. Resnik mette in luce come il sogno di Irma sia una finestra sui processi psichici di Freud, un’opera in cui il sogno diventa una scena su cui si proiettano conflitti interni e desideri inconsci.

Attraverso questo capitolo, Resnik offre una lettura profonda del sogno come luogo di incontro tra realtà psichica e messa in scena teatrale, in cui il soggetto diventa sia spettatore che attore dei propri conflitti interiori e delle proprie istanze più recondite.

N°4 - MERCOLEDÌ 24 LUGLIO 2024

Lettura selezionata: Ricordi, Sogni, Riflessioni (Prologo) di Carl Gustav Jung 

Riferimenti bibliografici: Jung, C. G. & Jaffé, A. (1961/1965). Ricordi, sogni, riflessioni. Il Saggiatore.

Discussant: Michele Abbati

Sinossi: Una prolungata immersione nelle profondità dell’Io, una turbolenta esplorazione dei luoghi più reconditi e inaccessibili della nostra interiorità. Questo ha significato per Carl Gustav Jung portare alla luce i ricordi di una vita e scrivere la propria autobiografia. Un travaglio attraverso il quale lo psichiatra di Zurigo riuscì a far riaffiorare gli intimi legami che univano le idee della maturità, esposte all’interno delle sue opere scientifiche, alle sue più torbide memorie: l’infanzia, i viaggi, le immagini sconvolgenti che ne segnarono le prime esperienze oniriche, la passione per la filosofia, la letteratura e le religioni, gli studi e i primi successi professionali; fino all’incontro con Sigmund Freud, la collaborazione tra i due, le incomprensioni e le rivalità. Pagine in cui Jung racchiuse la sostanza spirituale del proprio insegnamento e tracciò una meravigliosa geografia dell’animo umano.

Nel prologo Jung si rivolge al lettore nella sua nudità umana e descrive la propria intera esistenza come un’autorealizzazione dell’inconscio; procede dunque al racconto del Suo “mito personale” fornendo interessanti spunti in merito alla propria visione della Vita tratti da alcuni ricordi d’infanzia e dai sogni più significativi nella Via che lo ha condotto alla ricerca di Se stesso e della propria Verità nel corso del Suo personale processo verso l’Individuazione.

N°3 - MERCOLEDÌ 10 LUGLIO 2024

Lettura selezionata: Il problema del termine dell’analisi di Sándor Ferenczi

Riferimenti bibliografici: Ferenczi, S. (1927). Il problema del termine dell’analisi. Fondamenti di psicoanalisi, 3, 293-303.

Discussant: Irene Battaglini

Sinossi: In questa relazione scritta nel 1927 per il X congresso della Società Psicoanalitica Internazionale, Ferenczi discute la posizione dell’analista rispetto ad una fase molto delicata del trattamento: il termine dell’analisi. Nel perseguire il precitato obiettivo l’autore riporta alcune importanti considerazioni a partire da alcuni casi clinici seguiti personalmente. Nel presente scritto risulta inoltre degna di nota la posizione critica che Ferenczi assume verso quegli analisti che spingono il paziente ad abbandonare l’analisi, ancor prima che questi abbia potuto considerare se vi siano stati cambiamenti psichici consistenti nella sua vita e nel suo comportamento. Uno dei meriti dell’opera è inoltre quello di portare alla luce la differente posizione che Freud e Ferenczi attribuiscono all’analista nella “situazione analitica”. Non a caso si tratta di un contributo ascrivibile alla fase matura dell’evoluzione del pensiero di Ferenczi, che precede di alcuni anni la famosa rottura del primo con il maestro, che si sostanzierà concretamente con la presentazione del diario clinico da parte dello psicoanalista ungherese.

N°2 - MERCOLEDÌ 26 GIUGNO 2024

Lettura selezionata: Il poeta e la fantasia di Sigmund Freud 

Riferimenti bibliografici: Freud, S. (1907). Il poeta e la fantasia. OSF, vol. 5. Boringhieri, Torino, pp. 373-384.

Discussant: Andrea Galgano

Sinossi: In questo breve ma denso saggio – che costituisce il resoconto di una conferenza tenuta da Freud nel 1907 – sono analizzati i rapporti esistenti tra gioco, fantasia e creazione poetica. Freud si interroga sul mistero insito nell’attività poetica individuandone le prime tracce nella propensione al gioco durante l’infanzia. L’autore paragona dunque l’attività creativa del poeta al giuoco del bambino evidenziando il ruolo centrale rivestito dai desideri e dalle fantasie nei processi di investimento affettivo e pulsionale. Freud si sofferma, di seguito, su alcuni cambiamenti che incorrono nel processo di sviluppo della personalità adulta nonché sugli elementi costitutivi dell’attività fantastica, ipotizzando che siano i desideri insoddisfatti le forze motrici della fantasia. Quest’ultima, in relazione ai sogni ad occhi aperti e ai ricordi d’infanzia, è ritenuta il presupposto essenziale nonché fucina per poter generare un’attività creativa, pertanto diviene il principale strumento utilizzato dai poeti – e più in generale dagli artisti – per favorire una condizione di appagamento pulsionale, in grado altresì di procurare uno stato di piacere nel fruitore dell’opera poetica che, attraverso questa, è posto, a sua volta, nella condizione di liberare le proprie tensioni personali.

N°1 - MERCOLEDÌ 12 GIUGNO 2024

Lettura selezionata: Trattamento psichico (trattamento dell’anima) di Sigmund Freud.

Riferimenti bibliografici: Freud, S. (1890). Trattamento psichico (trattamento dell’anima). OSF, vol. 1. Boringhieri, Torino, pp. 93-111.

Discussant: Irene Battaglini

Sinossi: Il presente scritto è un contributo di Freud a un’opera a carattere semi-popolare pubblicata originariamente nel 1890 in due volumi, frutto della collaborazione di vari autori, intitolata “La salute“. Nel saggio in questione – che costituisce un autentico precursore rispetto allo sviluppo del metodo catartico e della psicoanalisi – Freud indaga alcune caratteristiche peculiari del trattamento psicologico. Nello specifico, l’autore considera la possibilità di influire sullo stato fisico di un ammalato attraverso l’azione esercitata sulla sua psiche. Nella parte iniziale dello scritto è rimarcato il ruolo cruciale svolto dall’uso delle parole e dalla personalità del medico rispetto agli esiti di varie tipologie di trattamento fisico e psichico; Freud si sofferma, in particolare, sulle implicazioni dell’utilizzo della suggestione nei trattamenti psichici nonché, di seguito, su alcune caratteristiche della terapia ipnotica di cui sottolinea potenzialità e limiti, tentando, inoltre, di delimitarne gli ambiti di applicazione.